Sui sentieri sconosciuti
istallazione
misure ambientale (misure delle sculture a partire da circa
10x10x15cm fino a circa 100x100x120cm)
semi di tifa, argilla cruda, armature di edifici abbandonati,
polvere di carbone e di ruggine
Il progetto esplora l’abbandono, il riuso e la rinascita attraverso la figura archetipica slava dell’Izbushka na Kuriih Nozhkah, la capanna su zampe di gallina. Non è
solo la dimora della strega Baba Yaga, ma un portale tra i mondi, una soglia tra il visibile e l’invisibile, tra la vitae la morte.
Come la barca di Caronte che attraversa il fiume Stige, queste creature non appartengono a un solo
luogo o a un solo tempo, ma esistono nel confine stesso,
traghettando ciò che è stato verso ciò che sarà.
Mircea Eliade descrive il rito di passaggio come un distacco dall’ordine umano per entrare nel sacro, un
momento di trasformazione. Le Izbushki incarnano questa soglia: abitano il margine, sospese tra l’essere e il
divenire.
Non sono semplici dimore, ma case nomadi, che portano con sé la sagezza e l’essenza dell’attraversato.
L’installazione le reinterpreta come spiriti erranti dello spazio e del tempo, creature che trasformano il concetto
di casa-universo in continuo movimento:
— Le Izbushki adulte, fatte interamente di armature di
edifici abbandonati, portano il peso del passato.
— Le più piccole, fatte solo di semi di tifa, esistono in uno
stato sospeso tra il non più e il non ancora.
— Le Izbushki bambine, con corpi di semi e gambe
d’acciaio, si trovano in bilico tra rovina e rinascita, pronte
a muoversi.
Se, come dice Gaston Bachelard, la casa è il primo universo dell’essere umano, qui si dissolve, si fa
transitoria, diventa movimento e trapasso. Le Izbushki non proteggono, non ancorano: accompagnano.
Sono sentinelle del confine, presenze erranti lungo le nevedomye dorozhki, le strade sconosciute delle metamorfosi che tutti, prima o poi, dovremo percorrere.
Date:
13 March 2025